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ASSOCIAZIONE ITALIANA ARTIGIANI ORAFI E ARGENTIERI OROLOGIAI ED AFFINI
OREFICERIA MADE IN ITALY, 3 IMPRESE SU 4 SONO ARTIGIANE. IL REPORT CONFARTIGIANATO PRESENTATO A DUBAI
Confartigianato Imprese ha preso parte all’Innovation Talk “Italian Sustainable Jewelry” organizzato da ICE il 21 febbraio scorso 2022 a Dubai, nell’ambito degli eventi di ExpoDubai dedicati al comparto orafo.
La presenza di Confartigianato ha visto l’intervento del Prof. Lorenzo Zanni (Professore Ordinario di Economia e gestione delle imprese presso l’Università di Siena), dal titolo “The challenge of sustainability for Made in Italy jewelry-gold industry: from a single business strategy to a collective strategy”, centrato sul tema della sostenibilità ambientale e sociale nel comparto orafo. Nell’intervento sono stati richiamati alcuni dati del
report settoriale dell’Ufficio Studi ‘Key data-Oreficeria’, con evidenze su struttura imprenditoriale, esportazioni e imprese certificate RJC (Responsible Jewellery Council).
Il comparto orafo conta 11.389 imprese a fine 2021, che danno lavoro a quasi 31 mila addetti e nel confronto internazionale l’Italia è prima per addetti in Ue, con ampio distacco rispetto a Francia (19,9 mila addetti) e Germania (16,8 mila addetti). Spiccata la vocazione artigiana dell’oreficeria italiana che conta 8.642 imprese artigiane e rappresenta i tre quarti (75,9%) delle imprese del comparto, quota ampiamente superiore rispetto al 21,2% osservato nel totale economia; in termini occupazionali i quasi 16 mila addetti dell’artigianato del comparto sono il 51,9%
e anche in questo caso si supera nettamente la media del 15,0%.
Nei primi 11 mesi del 2021 la produzione del comparto orafo è ai massimi dal 2007 e supera del 31,3% quella dell’Ue: il comparto supera inoltre dell’11,4% il livello
pre-crisi dello stesso periodo del 2019, mentre l’Ue si ferma a +2,3% ed è in controtendenza rispetto al Manifatturiero italiano, che è inferiore al livello pre-crisi dell’1,0%.
L’Italia primeggia in Ue anche per valore delle esportazioni, che ammontano a 8 miliardi nei 12 mesi tra novembre 2020 e ottobre 2021 e superano i 5,6 miliardi della Francia, i 3,4 miliardi del Belgio ed i 3,4 miliardi della Germania. Rispetto allo stesso periodo di due anni prima, le vendite italiane all’estero di questi prodotti crescono del 6,7%, in controtendenza rispetto al -0,8% dell’Ue a 27 e facendo meglio rispetto all’intero made in Italy che registra un +4,9%.
L’analisi dei mercati di destinazione dei prodotti dell’oreficeria Made in Italy mostra che il primo cliente di prodotti orafi del nostro Paese sono gli USA con acquisti per 1,3 miliardi di euro ed una quota del 16,3%, seguiti dalla Svizzera con 1 miliardo (13,6%) e dagli Emirati Arabi Uniti con 876 milioni (10,9%). Il comparto orafo è fortemente presente nei mercati extra
Ue che assorbono tre quarti delle esportazioni (76,2%), a fronte del 67,5% dell’Ue e del 47,9% del Made in Italy: rispetto al pre-crisi i mercati extra Ue crescono del 5,0% e vengono superati dai mercati Ue con un aumento del +12,7%.
Il settore presenta un marcata specializzazione distrettuale, con una forte concentrazione nelle province di Arezzo, Vicenza e Alessandria: gli ultimi dati disponibili per i dodici mesi terminanti a settembre 2021, le indicano come le prime province esportatrici italiane rispettivamente con 2.398 milioni di euro, 1.574 milioni e 1.388 milioni,
che complessivamente rappresentano il 69,2% delle vendite italiane all’estero del comparto. In termini di dinamica nei primi 9 mesi del 2019 si rileva una crescita del comparto orafo del 68,1%, molto più vivace rispetto al +19,5% del Made in Italy, con un rimbalzo
del +92,4% per Arezzo.
Il comparto supera inoltre il livello pre-crisi del 7,1% - contribuendo inoltre al +4,0% delle altre manifatture, uno dei settori a maggior concentrazione
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Livello della produzione: confronto tra comparto orafo e manifatturiero in Italia e comparto orafo in Ue a 27.
Anni 2007 (anno pre-grande crisi)-2020 e primi 11 mesi 2021. Indici medi 2015=100, corretti per gli effetti di calendario. Nace 32.1 - Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostat